Fatico a comprendere il significato della commemorazione del 150° anniversario per l’Unità d’Italia. Fatico a comprendere il vero significato, non quello che ci obbliga a parlarne perchè c’è una scadenza cui non possiamo sottrarci. Unità d’Italia sembra un termine che è più un ostacolo che una risorsa. Federalismo, secessione, lotte politiche interne:
tutto ci dà l’impressione che l’Unità d’Italia non abbia senso. Mi fa sorridere quando in mezzo a tutte queste discussioni si reclama l’autonomia culturale, la necessità di preservare usi e costumi regionali: corsi di dialetto, inno non nazionale, ma locale, creazione di usanze e simboli nuovi. Tutto ciò mi rattrista. Tutto questo dimostra che i primi a conoscere poco la cultura del nord Italia siamo noi che ci viviamo. Possibile che così pochi abbiano letto uno dei tanti autori dell’Italia Settentrionale da non comprendere che non serve creare una nuova cultura, ma è necessario la grande tradizione che già ci appartiene? Uno dei tanti può essere il grande Luigi Meneghello. Il suo Libera nos a malo è uno splendido spaccato della cultura popolare del vicentino che, pure io che sono veronese ritrovo così vicina. E la lirica nazionale, da nord a sud, la possiamo trovare nel Poeti italiani del Novecento, antologia curata da Pierluigi Mengaldo che unisce l’Italia attraverso la poesia e ci abbraccia tutti. Unità d’Italia: siamo sicuri che prima di festeggiarla non vada ricostruita?
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede