Laboratorio di Biblioterapia

Ultimi aggiustamenti per il laboratorio di Biblioterapia che terrò domani all’ospedale di Borgo Trento a Verona. Tutto pronto? Non direi. La Biblioterapia ha insito in sé il limite, che è soprattutto risorsa, di essere in continuo cambiamento. Scegliere i testi per un incontro non significa avere tutto sotto controllo. Il biblioterapista deve essere capace di grande improvvisazione perché il canovaccio su cui lavora dovrà modificarlo nel momento in cui, durante gli incontri, gli giungono degli input che indicano una strada diversa da quella che aveva tracciato. Per questo motivo porto sempre con me libri che non sono previsti nel programma, ma che mi possono aiutare in caso di necessità. Walt Whitman, Alda Merini, Goffredo Parise e qualche altro sono gli assistenti che mi seguono sempre e corrono in mio aiuto in caso di necessità. Ma prima di recarmi agli incontri mi metto davanti alla mia libreria e aspetto. Guardo i libri, e aspetto ancora. Ne prendo qualcuno a caso e non ho dubbi: uno di quei libri mi sarà utile. I libri ti chiamano e difficilmente ti tradiscono.

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