Cassetta degli attrezzi per biblioterapisti: il Canzoniere di Umberto Saba

Le poesie di Umberto Saba sono davvero speciali per una seduta di Biblioterapia. Non facili, certo, ma ricche di potenzialità. Alcune ti arrivano al cuore in modo immediato, senza bisogno di parafrasi. Altre necessitano, come chiave di lettura, della conoscenza della biografia dell’autore. In entrambi i casi, vale la pena di leggere questo magnifico Canzoniere che tanto continua a darci. In questa poesia a sua figlia troviamo l’immediatezza che sa trasmettere. Ma non fatevi ingannare: Saba sa manipolare la parola con grande raffinatezza e l’apparente semplicità nasconde tanto, di cui in una seduta di Biblioterapia si può discutere.

A mia figlia
Mio tenero germoglio,
che non amo perché sulla mia pianta
sei rifiorita, ma perché sei tanto
debole e amore ti ha concesso a me;
o mia figliola, tu non sei dei sogni
miei la speranza ; e non più che per ogni
altro germoglio è il mio amore per te.

La mia vita, mia cara
bambina,
è l’erta solitaria, l’erta chiusa
dal muricciolo,
dove al tramonto solo
siedo, a celati miei pensieri in vista.
Se tu non vivi a quei pensieri in cima,
pur nel tuo mondo li fai divagare;
e mi piace da presso riguardare
la tua conquista.

Ti conquisti la casa a poco a poco,
e il cuore della tua selvaggia mamma.
Come la vedi, di gioia s’infiamma
la tua guancia, ed a lei corri dal gioco.
Ti accoglie in grembo una sì bella e pia
mamma, e ti gode. E il vecchio amore oblia.

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