Interessante l’articolo che trovate qui pubblicato dal Corriere della Sera riguardo Ettore Capriolo, traduttore dei Versi Satanici di Salman Rushdie che venne condannato a morte dai mussulmani per aver scritto in modo blasfemo di Maometto e del Corano. Rushdie venne condannato a morte, ma a essere pugnalato fu Ettore Capriolo, traduttore in italiano dell’opera.
E’ interessante leggere la data dell’avvenimento: 1991. La caduta delle torri gemelle non era ancora avvenuta, ma il conflitto di culture era già ben presente.
Mi interessa molto riflettere sulla questione della traduzione. Conoscere le opere letterarie di altre culture avvicina le culture stesse. È questo che dobbiamo considerare veramente importante. La letteratura può essere la chiave per avvicinare posizioni differenti. Spesso, nelle nostre diversità culturali, siamo meno differenti di quello che pensiamo. Il problema è condividere. E la lettura è proprio questo: condivisione. E la condivisone culturale non può che avvenire attraverso la traduzione. L’ho già ricordato più volte: la traduzione non è cosa facile, ogni traduttore è lui stesso autore, perché solo così è possibile riproporre adeguatamente un’opera letteraria.
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