Nell’occuparmi di Biblioterapia spesso corro il rischio di perdere il piacere della lettura pura. Guardo nei testi ciò che può essermi utile, quello che potrei usare negli incontri. Ma a volte ho bisogno di leggere per leggere, di ritrovare quel piacere che esclude il mondo dalle pagine che sto vivendo. E non posso farne a meno. Quando poi trovo quello splendido tesoro che si chiama BEL LIBRO, desidero condividerne l’importanza con gli altri. Non c’entra nulla la Biblioterapia, è puro desiderio di tenere aperti i contatti con altri lettori che condividono i miei stessi sentimenti. Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi è il libro che invito a leggere. Scrittura particolare e molto raffinata quella di Tabucchi, piena di quel fascino esotico che, non so perché, mi ricorda vagamente Marquez. Sensazione personale, naturalmente, ma come non condividerla con altri che magari amano come me il mondo di Macondo? Qui siamo a Lisbona, nel difficile periodo che precede la seconda guerra mondiale. Nulla a che fare con strani personaggi del mondo magico di Cent’anni di solitudine. Non c’è razionalità nel mio paragone. Ma la razionalità è necessaria quando un lettore si lascia andare nel mondo dei libri?
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede