E se Kafka non fosse morto?

Philip Roth è uno dei più grandi autori americani viventi. E’ uno scrittore dalla parola raffinata, graffiante, spesso anche provocatrice. Tra i suoi capolavori c’è un piccolo libro dal titolo “Ho sempre voluto che ammiraste il mio digiuno” ovvero, guardando Kafka. Dopo una prima parte in cui viene descritta la vita amorosa di Kafka con le tre donne della sua vita, si avanza un’ipotesi:
e se Kafka non fosse morto prima dell’inizio della seconda guerra mondiale? Se invece fosse sopravvissuto non solo alla malattia, ma anche al genocidio, fuggendo negli Stati Uniti? Come vi immaginate Kafka in una cittadina americana nelle vesti di un professore, non famoso, ma un uomo che ancora lotta con i fantasmi della prorpia anima? Sono solo ipotesi, ma quanto fascino ha quest’idea!

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