Profanazione o giustizia?

In questi giorni si discute molto sulla riesumazione del corpo del poeta e premio Nobel Pablo Neruda. Esiste il sospetto che nel 1973 la sua morte non sia stata provocata dal cancro di cui era affetto, ma da un’iniezione letale “prescritta” da Pinochet, che da poco aveva preso il potere. Comunista convinto, consigliere di Allende, Neruda era stato addirittura indicato come possibile presidente del Cile qualche anno prima. Molti considerano questa indagine un’inutile profanazione al corpo del vate, mentre altri chiedono di sapere la verità. Ciò che sicuramente è vero è quello che la Storia testimonia, e cioè che il poeta dell’amore e della passione era anche un uomo d’azione e strategie. Non è vero che chi si occupa di letteratura non sappia leggere la realtà e agire su di essa. Oggi i letterati sono messi all’angolo, come se studiare lettere e non scienze politiche impedisse di comprendere i fatti del proprio Paese. Non è mai stato così e non sarà mai così: i politici ed econimisti di professione si mettano l’animo in pace!

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