Quando poche parole significano molto

A pochi giorni dalla tragedia della nave da crociera, naufragata presso l’isola del Giglio, è tempo di bilanci e di responabilità. Saranno accertate dai magistrati, non tocca a noi giudicare. Ma c’è bisogno di dire per capire. E in questo momento le parole diventano simboli. Mi ha colpito il fatto che sia stata messa in vendita, e sicuramente sarà un successo, una t-shirt con scritte le parole che l’ufficiale di guardia costiera De Falco ha usato verso il capitano della nave Schettino. Poche, chiare e decise. Questo Vada a bordo, cazzo!  credo sarà uno slogan che non tramonterà tanto facilmente. In questo caso a veicolare il messaggio è la brevità. Siamo stanchi di fiumi di parole che significano tutto e niente. Il desiderio di chiarezza si racchiude in questo pugno di parole che aumentano di significato sentendo l’audio della registrazione che potete ascoltare qui. Sono inequivocabili. Il messaggio non si presta a nessuna interpretazione. La voce ferma che si impone di mantenere la forma di cortesia con il lei aumenta il valore di un ordine perentorio necessario in quel momento. L’improperio sottolinea la rabbia in cui ognuno di noi può identificarsi. Piaccia o no, le parole, siano esse colte o basse, sono parte di noi. Ci identificano. Alle parole scelte non si può impedire di trasmettere i sentimenti.

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