L’addio alla mente di Marquez

La notizia è di quelle che farà sobbalzare ogni lettore: Gabriel Garcia Marquez ha l’Alzheimer e già non riconosce più nessuno.Ottantacinque anni è un’età ragionevole per malattie come questa, eppure, quando capita a dei geni, la cosa fa pensare. Ha senso allenare il cervello in mille modi pensando che questo aiuterà a ritardarne l’invecchiamento e a prevenire le malattie di tale genere se poi, a persone che dell’uso del cervello hanno fatto la loro professione, capita questo? Non so rispondere, ma una certezza ce l’ho. Marquez non ci darà più capolavori da apprezzare e la tristezza che una mente eccelsa sia sfumata è inevitabile. Eppure, sorrido pensando a ciò che già ci ha dato, e soprattutto, al fatto che la sua scrittura gli sopravviverà. Perché scrivere? E’ un gesto per lasciare parte di sé nel mondo, anche quando le proprie opere sono sconosciute ai più. La letteratura italiana lo insegna: i primi scrittori in volgare erano notai che scrivevano negli spazi bianchi dei documenti che avevano redatto. Nonostante questo, o proprio per questo, sono arrivati fino a noi e sono sopravvissuti a mille anni di Storia. Scrivere non è mai inutile. Grazie Marquez per quello che ci hai dato.
(per approfondimenti  qui trovate l’articolo del corriere.it.)

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