Sarà domani il Giorno della memoria. Perché ricordare? E perché attraverso la letteratura? In questi giorni gli scaffali delle librerie sono pieni di testi che parlano di esperienze inventate, ma più spesso vissute, di analisi del periodo storico e della questione ebraica. Sarà che il tempo che ci divide da quei terribili momenti è sempre maggiore, ma c’è chi domanda per quale motivo l’olocausto degli ebrei è così sentito mentre altre stragi passano sotto silenzio. Io rispondo che è innegabile considerare la Shoah la strage di innocenti con il maggior numero di morti mai avvenuta. E’ vero che ogni singola vita umana è importante, ma uno sterminio simile rappresenta ciò che di peggio può accadere. Rimane il rammarico che poi altre stragi continuino a consumarsi. Esempio: quella avvenuta durante la guerra nella ex-Jugoslavia. Non è stata da meno per crudeltà, ma solo numericamente inferiore. Ecco che ricordare la Shoah significa ricordare anche altre stragi, come quella. Eppure un’altra via del ricordo esiste quando arriva la letteratura a compiere la propria missione. Venuto al mondo di Margaret Mazzantini credo ne sia un esempio.
Non dimentichiamolo: il Giorno della memoria non è una ridondante celebrazione, ma l’occasione per guardarci intorno e capire meglio quello che è e quello che non dovrà essere.

Biblioterapia in biblioteca e a scuola
Ci è voluto un anno, ma ne è valsa la pena. Dal 18 aprile saranno disponibili in tutte le librerie fisiche e online gli atti