Storia del gatto e del topo che diventò suo amico


Ho scelto questo testo di Sepulveda come lettura a dei bambini ed ha avuto successo. Semplice, semplicissimo come testo. Forse un po’ troppo, direbbe qualcuno. C’è un certo pregiudizio nella semplicità della scrittura dettata non tanto dalla qualità dell’opera, ma dalla difficoltà di una classificazione sensata. Sappiamo cosa leggiamo? Ci sono favole brevi che insegnano molte più cose di romanzi racchiusi in tomi enormi, e non ci troviamo nulla di strano. Ma come classificare un’opera come questa? Per bambini o per adulti? E c’è differenza tra le fiabe di un tipo e quelle di un altro? Il quesito sembra poco importante. E’ invece fondamentale: sia per il lettore che si accinge a giudicare e sia per l’operatore culturale che offre un libro.

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