Quanto è importante arrivare in fondo a un libro. Spesso davvero poco. Vi è mai capitato di leggere un testo fin quasi alla fine e riporlo senza volerla conoscere? Se nella vita ciò che conta è la strada che porta alla meta, questo vale anche per i libri. Solo che questo fatto è poco riconosciuto. Quando ho letto “Il codice da Vinci” di Dan Brown, sono rimasto affascinato dalla teoria che voleva la Maddalena moglie di Gesù e ho seguito con apprensione le avventure dei protagonisti. Ma più la trama si allontanava dalla parte storica (seppur inventata) per entrare nell’avventuroso e più il mio interesse calava. A poche pagine dal termine, ho deposto il libro e a tutt’oggi non conosco il finale. E non mi manca. Recentemente l’ho sperimentato nuovamente con “La cattedrale del Mare” di Ildefonso Falcones. La fine l’ho raggiunta poi, ma non ha dato nulla alla soddisfazione che già avevo provato precedentemente. Difetto questo, ho pregio di un libro? Forse semplicemente una delle tante sfumature della lettura.

Biblioterapia e assistenti sociali
La trasversalità della biblioterapia come disciplina impone riflessioni diverse per i diversi settori in cui viene applicata. Se in Italia sono rari gli articoli e