Ritorno alla scrittura
Questo periodo è particolare. Ho rallentato i ritmi letterari consueti per dare le giuste priorità alle mie idee. Quella più importante è di studiare quanto basta per terminare questo ciclo di studi. Ma rallentare significa anche scoprire nuove cose, nelle attività letterarie soprattutto. E dopo un periodo di lettura compulsiva, è affiorato qualcosa che mi mancava da anni: la scrittura. Nulla di straordinario, ma semplice piacere di lasciare alla penna il compito di liquefare i miei pensieri e di trasferirli sulla carta, ottenendo una piacevole sensazione di calore e conforto. Un tempo scrivevo molto. Avevo quel giovanile furore per cui ciò che scrivi è ciò che di meglio possa esistere. Ovviamente questa stupida idea è passata presto, lasciando però il bisogno di scrittura come mezzo per ottenere idee e benessere mentale. Poi lo studio e le altre attività con i libri mi hanno imposto di smettere. E sono passati almeno otto anni, forse più, non ricordo bene. Non sono ancora tornato alla piacevolezza di allora, quando mi alzavo di notte in preda a impellenti necessità di scrittura. Anzi: credo che come allora non sarà più. Questo nuovo periodo di penna è importante, una specie di “ritorno a casa”, di “ricominciamo da dove siamo partiti”. Ma se dovrò ripercorrere una stessa strada, questa volta sarò attrezzato da tutte le letture e gli studi fatti. Quindi niente nostalgia, ma un nuovo inizio sapendo chi sono stato.
Una risposta.
Scrivi. Corri dei rischi. Potrebbe anche essere doloroso, ma questo e' l'unico modo per scrivere qualcosa di veramente valido.(W.Faulkner)
La gran cosa e' resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare e capire, e scrivere quando si sa qualcosa; e non prima; e, porco cane, non troppo dopo(E.Hemingway)
M.