La grande Margherita Hack in questo libro si scosta dal suo ruolo di astronoma per entrare nella parte di donna che guarda con intelligenza alla questione religiosa pur essendo atea. Lo fa confrontandosi con l’amico sacerdote, Pierluigi di Piazza. Nel libro le due voci sono vicendevolmente rispettose, pur rimanendo in molti punti distanti. Eppure molte volte s’incontrano, trovando tematiche, soprattutto etiche, accomunanti. Leggendo sembra che sia possibile una convivenza tra religione e laicità: forse è proprio quello che tra persone intelligenti sarebbe possibile realizzare.

Consegna dei diplomi della 3^ edizione del Master in Biblioterapia
Per quanto ci si possa fare l’abitudine, è sempre un’emozione chiudere un ciclo di formazione con un gruppo conosciuto un anno prima. La discussione delle