Day Hospital


Sto preparando un laboratorio leggendo libri sul dolore e la morte. Li analizzo e cerco i più adatti, quelli che in un incontro di Biblioterapia sono in grado di suscitare emozioni e riflessioni. Tra i tanti che mi sono capitati tra le mani c’è “Day hospital” di Valerio Evangelisti. Lo confesso: non mi è piaciuto per niente. Forse mi aspettavo troppo perché Evangelisti è uno scrittore. Dagli scrittori mi aspetto sempre molto. Forse troppo? In realtà cercando di conoscerlo meglio ho scoperto che i suoi libri sono particolari, e lui stesso è un personaggio non comune. La mia delusione nasce da un errore nel credere che una stessa vicenda sia uguale per tutti. La verità è che anche la sciagura peggiore ognuno la vive diversamente. Ecco perché ogni scrittore scrive diversamente su una stessa cosa. Per la stessa ragione uno stesso libro non può piacere a tutti. Ecco perché non amo Evangelisti: certamente lui non me ne vorrà.

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