Onestà della cultura o cultura dell’onestà?


Ricordate i furti di libri antichi avvenuti nella biblioteca dei Girolamini a Napoli? È passato circa un anno e mezzo da quando Marino Massimo De Caro, ex consigliere di Galan al ministero dei beni culturali e protetto di Dell’Utri, messo a dirigere una biblioteca dal valore inestimabile, ha sottratto migliaia di libri anziché curarli come sarebbe stato suo dovere. Ricordo lo sconcerto di allora, quando lessi che la direzione di una biblioteca simile gli era stata affidata non per titoli, ma per favoritismo politico, senza capire se ne avesse minimamente le capacità. E soprattutto l’onestà. Lo sconcerto di oggi? Sapere che dalle indagini risulta che quest’uomo aveva sottratto libri anche ad altre biblioteche e conoscere il numero dei volumi ancora mancanti dalla biblioteca dei Girolamini: circa millecinquecento. Parliamo di testi che valgono migliaia di euro ognuno. E in Italia si considera il patrimonio artistico e culturale una zavorra, una spesa, un’entità improduttiva…
Piccolo sfogo: se tutto questo è senza valore, le possibilità sono solo due: o De Caro era un ladro sprovveduto o i nostri politici sono incapaci e in malafede perché, lo sappiamo per certo, non gli manca la cultura visto che spesso vengono da famiglie agiate che per loro si sono permessi le scuole migliori.
A voi la scelta.

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