Imparare dagli errori


Confesso: commetto errori. E non solo nella vita, ma anche quando parlo e scrivo. Se mi scappa uno strafalcione durante una conversazione a tavola con la mia famiglia, i miei figli subito mi redarguiscono a dovere: “Sentilo il laureato in lettere…”. Lo so, non vedevano l’ora. Anche la necessaria velocità con cui faccio parecchie cose mi inducono spesso a non rileggere con attenzione e a pubblicare refusi che belli non sono. Ma scrivo per amore, esattamente come leggo. Rubo tempo, spazi, istanti in cui fare il molto che le poche risorse mi permettono. Nonostante questa consapevolezza tendo ad autoflagellarmi: altro che Jacopone da Todi. Quando però trovo errori inenarrabili da parte di professionisti pagati per essere precisi e corretti, mi prende un attacco di tachicardia da ira. Il sito del giornale “Il Mattino” ha titolato ” Morto Mandela, il padre dell’apartheid”: …
E qui mi consolo, accetto i miei errori, nella vita e tra le pagine, consapevole che questa giustificazione sarà insufficiente per i miei gendarmi di casa che controllano ogni mio passo falso. Ma nella vita, come a scuola, per fortuna c’è chi gli errori c’è lì corregge. E ci fa imparare.

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