Allucinazioni da studio


Ormai ho le allucinazioni. Chiamo i miei figli Seneca e Ambrogio, mia moglie è Beatrice e io vago nella selva oscura dei libri per la tesi. A tratti mi sembra di vivere nel Medioevo, mercante in lettura di quel libro di cento novelle così costoso scritto da quel certraldese di nome Boccaccio. E quanto mi sta sulle scatole quel suo amico antipatico, Petrarca, che si chiama Francesco, ma che di francescano ha ben poco. E poi fantastico. Trovo, studiando, personaggi minori più affascinanti di quelli importanti. Mi sembra di vederle le donne alla fontana che sbattono i panni e parlano di Gherardo Petrarca, fratello del famoso scrittore (pazzia del momento immaginare che delle popolane possano anche solo conoscere il nome del poeta, ma la fantasia è mia e faccio quello che mi pare…), monaco che, nonostante la peste, è rimasto al convento per aiutare la popolazione. Fratelli coltelli? Purtroppo Gherardo è troppo buono, chissà se tra un capitolo di tesi e l’altro la mia fantasia non creerà dell’altro…

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