Chissà perché non mi stupisce che il tanto acclamato contributo economico per favorire l’acquisto di libri sia finito in una bolla di sapone, scoppiata e neppure ricordata. Chissà quando la lettura verrà considerata parte integrante dei bisogni formativi e umani della persona…
Ciò che più mi infastidisce è questo fingere interesse quando manca la volontà di spingersi oltre gli schemi. Ad esempio, quante sono le biblioteche dotate anche solo di un distributore di vivande calde? Sembra stupido, ma se devono essere luoghi in cui stare a lungo, dovrebbero possedere servizi aggiuntivi che favoriscano la permanenza delle persone. Le biblioteche, se offrissero corsi, incontri, momenti di condivisione, potrebbero divenire il punto di partenza autentico per favorire la lettura. Serve una progettazione di largo respiro, la voglia di trasformare luoghi ingessati e spesso cupi in spazi creativi e stimolanti. Non credo che la cultura abiti solo in luoghi seriosi. Finché non ci convinceremo che la lettura si può proporre con modalità alternative senza che questo snaturi l’importanza anche accademica che gli appartiene, i contributi pecuniari saranno solo un inutile specchietto per le allodole, anche se erogati. Devono esserci i soldi, ma forse quello che manca veramente è la progettazione di come utilizzarli in modo fruttuoso.
Master in biblioterapia: parte la 4^ edizione
A novembre saranno aperte le iscrizioni al Master in Biblioterapia 4^ edizione per una settimana per poterle chiudere prima di fine mese, così da permettere