Libri e musica proibiti nelle carceri del Regno Unito

09/05/2014

Notizie dal Regno Unito. Nelle carceri sono stati proibiti (già da qualche tempo) l’accesso ai libri, se non attraverso criteri meritocratici. Tradotto: potrai leggere se avrai una buona condotta. A completare il quadro è giunto un nuovo regolamento, che proibisce l’accesso nelle carceri di strumenti musicali. Mi chiedo: quali possono essere i motivi che inducono tali decisioni? Mi soffermo sulla mia materia, i libri. Credo non esista prova scientifica che dimostri l’utilità di un atteggiamento simile. I libri sono finestre sul mondo ma, prima di tutto, su se stessi. Leggere significa ipotizzare nuovi modi di vivere, capire ciò che accade nel mondo che sta dentro di noi. Ostacolare la lettura significa sottrarre uno strumento che potrebbe aiutare il reo a cambiare mentalità. Chiamiamola con un altro nome: riabilitazione. Non è questo ciò che la società dovrebbe auspicare? Non si tratta di buonismo, ma addirittura di opportunismo È nell’interesse di tutti che le recidive al crimine calino il più possibile. Credo che anche la musica potrebbe fornire lo stesso supporto. Certamente tutto questo va inserito nei progetti riabilitativi dei soggetti che hanno le potenzialità per ottenere benefici. Comprendo quanti nutrono dubbi sulla possibilità di cambiamento di coloro che hanno commesso reati efferati o che sono da anni dei recidivi. Ma quanti sono, soprattutto giovani, che hanno commesso reati minori, e che in carcere, abbandonati a se stessi e lasciati accanto a criminali ben più pericolosi, escono peggiori di quando sono entrati? Molti di loro non hanno mai vissuto tra libri e musica, non hanno mai apprezzato la semplicità della conversazione, l’entusiasmo del creare, del produrre arte. Forse, se avessero la possibilità di provare queste sensazioni, avrebbero il desiderio di riprodurre la stessa condizione nella loro vita quando potranno essere ancora liberi.

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