Confesso che per la scrittura di Michela Murgia ho un rispetto particolare. Quando la vedo in tv non mi è neppure tanto simpatica, ma affacciandomi ai suoi libri trovo un ordine delle parole che mi intriga e appassiona. “Ave Mary” è il suo saggio che sto leggendo. Non si tratta di una lettura semplice e l’argomento non è nuovo. Riguarda la figura della donna vista dalla Chiesa. L’analisi è fatta da Murgia, che si professa credente e che quindi si rivela, come critica, molto affidabile. Non leggerissimo, ma la sua scrittura non delude, nemmeno in questo caso. Non coinvolgente come “Accabadora”, ma consigliato, soprattutto alle credenti (e ai credenti), nonostante le dure critiche.

Biblioterapia e assistenti sociali
La trasversalità della biblioterapia come disciplina impone riflessioni diverse per i diversi settori in cui viene applicata. Se in Italia sono rari gli articoli e