L’immortalità delle parole


Se la notizia della vittoria del premio Strega da parte di Francesco Piccolo interessa tutta la comunità dei lettori, così è anche per la morte di Faletti. È proprio vero: le vie della letteratura sono infinite e Faletti ne è stato la prova. Per chi, come me, lo ha conosciuto come comico del drive-in, sembra strano considerarlo un grande scrittore. Eppure è così. I suoi libri sono stati tradotti in varie lingue, approdando anche negli Stati Uniti e in America Latina, così come in Giappone. Confesso che di lui non ho letto nulla. Non amo i thriller. Ma una paziente, con cui ho fatto un percorso di Biblioterapia, mi ha consigliato “Io uccido” garantendomi che il testo è molto più sfumato di quello che si potrebbe pensare, non classificabile in un genere letterario preciso. Penso che lo leggerò senz’altro. E penso che non c’è nulla che garantisca l’immortalità più di un libro. La morte non può nulla sulle parole che restano.

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