Ho iniziato, con piacere, “In fuga dal senato” di Franca Rame, scomparsa da poco. Avendola vista e sentita in una conferenza all’Università di Verona, ho potuto constatare che era molto più che la moglie di Dario Fo come siamo abituati a citarla. Il libro lo trasmette da subito perché le parole scritte sono esattamente come le parole ascoltate: la stessa forza, la stessa capacità narrativa, la stessa passione. In questo libro racconta la sua esperienza di senatrice nel governo Prodi, all’interno del partito Italia dei valori in cui credeva molto. Ma entrata nei palazzi, ha cominciato a vedere tutto con sguardo diverso. Nella sua narrazione non rinuncia alla sua consueta ironia e, ancor meno, a criticare tutto ciò che lei considera sbagliato. Il libro può collocarsi tra l’ironico, il politico, l’autobiografia e la saggistica: per tutte queste sue caratteristiche vale la pena di leggerlo.