Esiste un effetto collaterale in chi gestisce gli incontri di Biblioterapia. Per preparare un laboratorio è necessario molto studio e tanta lettura. La ricerca dei testi adatti costringe ad analizzare molti libri, alcuni dei quali non sarebbero stati presi in considerazione altrimenti. L’impegno diventa così scoperta, avventura verso letture ignote che spesso si rivelano magnifiche. Alcuni libri sono inadatti al laboratorio per cui sono stati cercati, ma possono diventare indispensabili per futuri incontri biblioterapeutici. Fin qui nulla di strano. I problemi nascono quando iniziano tachicardia, accelerazione del ritmo respiratorio, sudorazione, insonnia, eccitazione spasmodica. È l’effetto dei magnifici libri giunti inaspettati, dei mondi non cercati che irrompono nella mente. E quindi di cosa dovrei lamentarmi? Di nulla, se nonché può accadere che questi libri, inutili in quel momento, siano così corposi da rubare molto del tempo necessario alla preparazione del laboratorio da tenere a breve, e non riuscire in alcun modo a smettere. Eppure mi chiedo: si può abbandonare un libro che ti chiama?
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