Lettori volontari in ospedale

Tra qualche giorno terrò un incontro ai lettori volontari organizzati dal Circolo Lettori di Verona per allietare i pazienti di alcuni reparti dell’ospedale di Borgo Trento. Il mio compito sarà quello di fornire loro un approccio adeguato verso la persona malata e indirizzarli nei modi e nella scelta della lettura. Sento forte la responsabilità di tale compito. Alcuni di loro saranno dei lettori appassionati, altri persone desiderose di avere un modo per essere utili al prossimo. In entrambi i casi hanno bisogno di capire come donare la lettura, come regalare le parole che i loro occhi prendono dai libri. E non è semplice. Leggere ad altri significa utilizzare una voce sincera, offrire un brano e i suoi significati come fossero regali scelti con cura, con amore. In Italia sono sempre di più le esperienze di lettori volontari e quasi sempre si sono rivelate positive. Certamente un ospedale può fare a meno di questo servizio. I malati non morirebbero se la lettura ad alta voce non entrasse nelle corsie. Ma la loro presenza può migliorare il clima di un luogo di dolore, distrarre dalle preoccupazioni, rilassare l’animo in un momento di estremo stress. Anche senza abbracci si può sopravvivere. Ma se li riceviamo, la differenza è enorme.

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