Vita da libri

Correva l’anno 2002 e io, con due figli piccoli da portare in tempo alla scuola materna, mi ritrovai ad ascoltare l’accorato lamento di dolore di una delle mamme, riunite sul piazzale antistante l’entrata, per la morte del suo medico omeopata di cui aveva grande fiducia. I giorni a seguire mi ritrovai nella medesima situazione, assistendo al bisogno di quella donna di condividere la perdita di un punto di riferimento per lei importante. Riferiva particolari del carattere, della capacità comunicativa, dei consigli efficaci di quel medico scomparso improvvisamente. Lei parlava, e io ascoltavo. Intanto la mia testa ricomponeva, come fosse un romanzo, gli avvenimenti che, giorno dopo giorno, sentivo e mi entravano dentro. Da tutto questo nacque l’idea di raccoglierli per iscritto, non prima di aver condotto tutta una serie di interviste alle persone vicine all’omeopata in questione, il cui nome era Maurizio Albano. A dicembre 2003 feci stampare, in un formato simile a un vero libro (non aveva un numero ISBN, né un vero prezzo, se non un contributo per le spese), ciò che avevo scritto da distribuire a quanti lo desideravano. Voi penserete che da quel momento io avrei potuto sentirmi uno scrittore. Ebbene accadde esattamente il contrario: compresi che avevo ancora tanto da imparare e che era venuto il momento di ricominciare a studiare. Mi resi conto della precarietà delle mie conoscenze e della modestia delle mie possibilità. Sarei mI diventato uno scrittore? Probabilmente no. Ma se nella mia vita non c’era posto per libri scritti da me, ci sarebbe stato per tutti gli altri. Loro erano veramente importanti. Loro erano indispensabili. A settembre 2004, al liceo delle scienze umane “Montanari” di Verona, sostenni gli esami come privatista (non avevo soldi per una scuola privata e i turni di lavoro e la gestione della famiglia mi impedivano di frequentarne una serale) per integrare le materie dei due anni di ragioneria che già avevo fatto e per le materie del terzo anno: cinque prove scritte e cinque ore abbondanti di prove orali! Nel 2006 ho fatto l’ esame di maturità e finita la prova orale attraversai il ponte sull’Adige che divide l’istituto “Montanari” dall’Università. Entrai con grande emozione cercando la facoltà di Lettere e Filosofia. Non potevo crederci: lì volevo arrivare e lì ero giunto per dar vita a un’avventura che ancora oggi continua. Lo devo ai libri. Senza di essi tutto questo non avrebbe avuto senso. E non avrei avuto la forza per arrivare fin qui.

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