Haruki Murakami è appena uscito in Italia con “Sonno”, racconto lungo che parte da una questione apparentemente banale: l’insonnia.
Quando c’è da recensire un libro di Murakami è sempre difficile. Dovrei parlare della trama: una donna, sposata con un figlio, inizia a soffrire di una strana forma di insonnia, che le crea anomale suggestioni e idee inquietanti; o forse della forma: è scritto in prima persona attraverso la voce della protagonista che parla dei propri pensieri, e il finale appare sospeso (ma forse è la sensazione che si vuole far provare al lettore per una maggior immedesimazione con l’io del personaggio principale).
In verità una qualsiasi recensione degli scritti di Murakami è impossibile. Sa scrivere in modo talmente elaborato, particolareggiato e solleva così tante emozioni su una trama razionalmente quasi inesistente, che spiegare il piacere della sua lettura è ardua impresa.
Certamente questo non è tra i suoi capolavori, ma è certamente gradevole. Inadatto come primo testo di Murakami da leggere.
Gruppo Jane Austen a Bussolengo
L’immortalità di Jane Austen è legata anche ai tanti club a lei dedicati oltre che alla sua incredibile scrittura, in grado di attraversare i secoli.