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Sovvertimento dei sensi (8)

 

Leggere Stefan Zweig è sempre un piacere. Di qualsiasi cosa scriva, riesce sempre ad avvolgerti con un dipanare delle parole semplice, ma vellutato. In “Sovvertimento dei sensi” si supera. Con notevole maestria entra nei sentimenti umani più nascosti e li descrive come pochi sanno fare. Libri in cui i personaggi sono omosessuali oggi ce ne sono in quantità, ma di questo livello ancora pochi. Il tutto ruota semplicemente attorno al rapporto tra un professore universitario e un suo studente. Ma se penso poi che la pubblicazione risale al 1927 non posso che rimanere sbalordito davanti alla moderna capacità analitica dell’animo umano di Zweig. E confesso che, a confronto, ritengo che “Morte a Venezia” di Thomas Mann impallidisca. È solo la mia opinione. Ma mi conforta sapere che “Sovvertimento dei sensi” ricevette l’apprezzamento anche di Freud.

 

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