La scrittura autobiografica come forma di Biblioterapia


Una giovane donna mi ha chiesto di leggere un suo scritto. Un particolare: il suo manoscritto è nato dopo la lotta contro un tumore. Questo genere di esperienze sono molto interessanti per il lavoro che faccio perché rappresentano il lato italiano della Biblioterapia. Un lato sconosciuto alla maggior parte delle persone, ma affatto nuovo. Il bisogno di scrivere durante e dopo una malattia è un bisogno che va assecondato e che diviene importante quanto la cura. È il bisogno di poter esprimersi e rileggersi per sfogarsi per capire, per capirsi. È anche un modo per parlare di sé, ma anche per ringraziare le persone che hanno saputo combattere questo male, senza timori, con sincero affetto. In Italia abbiamo la prestigiosa “Libera università dell’autobiografia” ad Anghiari (Arezzo) diretta dal professor Duccio Demetrio (www.lua.it), numerosi educatori specializzati nel condurre gruppi di scrittura autobiografica e le pubblicazioni pregevoli di scrittori che parlano della loro esperienza di malattia sono in aumento. Manca un inserimento capillare negli ospedali e negli ambiti sanitari di queste pratiche, che iniziano però a ottenere parte del giusto spazio che gli spetta. Serve solo il tempo affinché queste pratiche di Biblioterapia finalmente ci invadano.

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