Serena Dandini è certamente una delle icone più importanti della satira italiana. La sua è una critica politica, certamente schierata, ma capace di descrivere anche i difetti della parte in cui crede. Inoltre, il suo sguardo analitico sa oltrepassare la politica e criticare e dissacrare altrettanto bene la società e i suoi costumi. Nel suo libro “Grazie per quella volta” riesce a realizzare tutto questo attraverso la scrittura. Non è forse il mezzo a lei più congeniale e per questo, pur amandola come pesonaggio televisivo, se ne resta un po’ delusi. Nonstante ciò, il libro è piacevole. Rimane un problema: l’età. Non in senso negativo, Serena Dandini è sempre splendida. Ma alcune sue analisi, anche se divertenti, non possono essere colte quando descrive le prime fasi della sua vita degli anni Cinquanta e Sessanta, così poco conosciute dai più giovani e spiegate solo per cenni nel libro. Consigliato ai più nostalgici.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede