Storia di chi fugge e di chi resta (9)

Letteralmente travolto dalla lettura di “Storia di chi resta e di chi fugge”, terzo volume del ciclo “L’amica geniale” di Elena Ferrante, mi preparo a mettermi in pari e iniziare a leggere l’ultimo, uscito da poco. Mi fanno sorridere le critiche sempre più feroci che leggo sulla Ferrante. La si vuole scrittrice di testi modesti, fatti solo per le vendite, di scarsi contenuti. La verità è che, ancora una volta, i critici ascoltano poco la voce dei lettori. Io, che lettore lo sono fin nelle ossa, mi godo i suoi testi e leggo le critiche con un sorriso. Perchè se tutte queste opinioni accendono la curiosità (e fanno conoscere la Ferrante a chi non ne ha mai sentito parlare), così come il mistero che si cela attorno alla sua identità, rimane la certezza di un successo che attraversa classi sociali e anagrafiche. Una vita intera contenuta in quattro libro, dove i personaggi sono descritti profondamente e dettagliatamente, con riferimenti agli avvenimenti dell’Italia dal dopoguerra a oggi. Lila e Lenù: se avete voglia lasciatevi rapire da loro.

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