Quando prendo un impegno lo porto a compimento. Ad ogni costo. Per questo, nonostante le perplessità, sto compiendo il mio dovere da messaggero di #ioloeggoperché. Oggi ho regalato un libro a un mio paziente che si è professato non lettore. Lo farò anche nei prossimi giorni. Ma i miei dubbi su questo metodo sono aumentati. E confesso tutto il mio imbarazzo. Trovo molto più naturale capire se la persona che ho di fronte è interessata alla lettura e decidere, in base alle reazioni, quanto posso spingermi nel manifestare il mio entusiasmo e nel convincerlo quanto sia bello leggere. Nella maggior parte dei casi il successo è scarso. Nei casi peggiori si arriva al litigio. Nei migliori, cambio discorso. Apprezzo davvero molto l’iniziativa. Eppure temo che non sia all’altezza del compito. Giudizio corrotto da dei preconcetti? Forse sì. Quando regalo il libro ho la sensazione che vada sprecato. Temo che finirà a sostenere qualche mobiletto traballante, mentre conosco un’infinità di lettori che, ricevendo un libro gratuitamente, farebbero salti di gioia. Sì, sono i lettori a essere entusiasti di questo tipo di iniziativa. Loro no. I non lettori rimangono arroccati nel loro desiderio di non rimanere contagiati dai libri. Noi intanto restiamo speranzosi: tra tanti, qualcuno contagiato lo rimarrà.
Master in biblioterapia: parte la 4^ edizione
A novembre saranno aperte le iscrizioni al Master in Biblioterapia 4^ edizione per una settimana per poterle chiudere prima di fine mese, così da permettere