IV – Il diritto di rileggere

Rileggere un libro è un diritto non sempre facile da comprendere. Vi è mai capitato di qualcuno che affermasse le innumerevoli volte che ha riletto il libro preferito? Credo che non amare la rilettura sia un difetto, che purtroppo mi appartiene. Ho conosciuto un ragazzo che ha letto Il Signore degli anelli di Tolkien oltre una decina di volte. La sua passione per quest’opera era palpabile quanto la competenza che possedeva riguardo la Terra di Mezzo. Non posso che ammirare questo tipo di lettori e sperare di poter esercitare presto anch’io questo diritto. Rileggere significa notare particolari, apprezzare maggiormente la scrittura, memorizzare la trama nel suo insieme e non a pezzi. Ma perché ritenere la rilettura un diritto quando appare come un’abilità? Io credo che spesso apprezziamo i lettori soprattutto per il numero di libri che leggono. Ma di lettori ne esistono di tipi differenti. E se spesso il numero di volumi letti appare come un valido indice di valutazione, in alcuni casi non lo è. Essere lettori cambia anche dal modo di leggere. Un libro, amato e apprezzato grazie proprio alla rilettura, vale molti volumi consumati voracemente di cui si ricorda poco o nulla. Perché anche il ricordo di un libro, il suo approfondimento e comprensione hanno un valore.

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