Il primo amore non si scorda mai, dicono. Sarà forse per questo che nutro una particolare attenzione per le diverse forme di volontariato. È stato grazie all’adolescente dai grandi sogni che era in me che è poi nato l’infermiere che sono diventato. Oggi la mia passione per i libri, integrata con le competenze infermierisitiche, mi inducono a guardare con interesse a una forma nuova di volontariato: quella dei lettori volontari. La mia visita al CRO (centro di riferimento oncologico) di Aviano mi ha permesso di incontrare un gruppo di lettori (anzi, perlopiù lettrici) esperto e motivato. Vi chiederete: con tutte le cose che mancano nella nostra sanità, che importanza può avere un servizio non essenziale come la lettura ad alta voce? In realtà è proprio nella non essenzialità che si annida la maggior risorsa. I volontari non hanno limiti di tempo, non hanno obblighi, né compiti da portare a termine. La loro presenza permette ai pazienti di godere di interlocutori non frettolosi, tesi o nervosi. La loro attività legata ai libri permette loro di avvicinarsi ai pazienti in modo discreto, avendo i testi come argomento di discussione e non il dolore. Credo che soprattutto quanti amano il teatro possono capire quanto possa essere gratificante assistere a un’attività che non sia su un video, ma rappresentata dal vivo. Una voce che legge, e magari commenta anche, può creare uno spazio creativo in ospedale a cui non siamo abituati, ma non per questo da considerare inutile. Se i malati riescono, anche solo per poco, ad allontanare la mente dalle preoccupazioni per la malattia, o a sopportare una lunga degenza, viene raggiunto un obiettivo non indifferente.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede