Leggere a voce alta o lettura ad alta voce? Possono sembrare la stessa cosa, ma non lo sono. Ognuno di noi ha il diritto di leggere a voce alta, possibilmente senza infastidire gli altri. Ma anche senza sentirsi a disagio per il fatto di dedicarsi a un esercizio che per tutti è iniziato alla scuola elementare. In realtà leggere a voce alta ha il sapore dell’infanzia e regala quella soddisfazione che solo allora provavamo. La lettura ad alta voce che c’entra? In questo caso non siamo di fronte a un’attività privata, ma pubblica. Leggere ad alta voce per un reading, recitare una poesia a un matrimonio, dedicarsi alla lettura in un ospedale o in casa di riposo, scrivere e leggere pubblicamente un discorso funebre in onore di un proprio caro, raccontare una favola ai propri figli sono tutti esempi di lettura ad alta voce, spesso di tipo espressivo, sempre e comunque arricchita dal nostro sentimento e dal desiderio di trasmetterlo agli altri attraverso un testo. Le parole pronunciate hanno un valore particolare, diventano preziose come se dalle pagine dei libri fosse possibile raffinarle e renderle di maggior valore attraverso la voce. La lettura ad alta voce è un dono agli altri. Leggere a voce alta è un dono a noi stessi. Che ognuno può reclamare come un diritto.
Master in biblioterapia: parte la 4^ edizione
A novembre saranno aperte le iscrizioni al Master in Biblioterapia 4^ edizione per una settimana per poterle chiudere prima di fine mese, così da permettere