Zorro (7-)

Qualche anno fa vidi in libreria due libri dal titolo uguale: Zorro. Mi crearono qualche difficoltà: scrivere dell’eroe spagnolo ancora una volta? Cosa ci si poteva aspettare? In realtà si può dire molto e nel primo, quello scritto da Isabel Allende, ne trovai la prova. Lo lessi e ne parlai qui. Il secondo era il breve monologo scritto da Margaret Mazzantini, lasciato in libreria fino a oggi. L’ho appena terminato e nulla ha a che fare con l’eroe mascherato. Il sottotitolo, Un eremita sul marciapiede, ci indirizza verso la vera figura del protagonista, un uomo senza fissa dimora. Un barbone, insomma. Uno di quegli uomini che spesso vediamo nelle nostre città e di cui fatichiamo a immaginarci i pensieri. Mazzantini prova a ricreare la voce non ascoltata di quest’uomo, dando vita a un esperimento notevolmente impegnativo. La lettura non è semplicissima. Il linguaggio parlato che è stato ricreato è a tratti sgrammaticato e interrotto, rende difficile il godimento del testo. Ma la brevità incoraggia a mantenere la concentrazione e a cercare le riflessioni. Perché di riflessioni da fare ce ne sono tante. E spesso sono scomode, fastidiose. Eppure credo valga la pena di sperimentarle.
Raccomandato a chi ama i monologhi e le riflessioni sociali.

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