Un interessante articolo letto su Repubblica (che potete trovare qui) parla del crollo delle vendite di e-book e di un incremento dei libri cartacei. Si tratta di un’analisi della realtà statunitense, ci aspettiamo che sarà così anche da noi, ma non è detto. Proviamo a mettere un po’ di ordine. Quando leggo articoli come questo, mi accorgo che agli analisti sfuggono dati su noi lettori molto importanti. La diffusione della lettura digitale negli Stati Uniti è decollata qualche anno fa in maniera incredibile, avendo una base promettente. La media di libri letti pro-capite è ben più alta della nostra, così come l’affezione alle biblioteche; inoltre, il rapporto che hanno con la tecnologia è più familiare e non la vivono come una minaccia alle tradizioni, in questo caso non hanno timori sulla scomparsa del libro cartaceo. In Italia è diverso. La media dei lettori è davvero bassa e la nostra presenza nelle biblioteche è tra le minori in assoluto. Il nostro rapporto con la tecnologia è ambivalente, un amore-odio che si traduce in desiderio di utilizzarla contemporaneamente al timore che possa minare la stabilità che ci viene data dal consueto: nasce così la divisione tra lettori digitali e strenui difensori del libro cartaceo. Questi i dati conosciuti. Poi ci sono i lettori, capaci di superare ogni tipo di analisi, qui come oltreoceano. E credo stia proprio in questi dati il motivo del mancato sviluppo nostro e della crisi del digitale loro. La questione è di una semplicità disarmante: i lettori leggono e vogliono leggere il più possibile.
Ciò significa che vi è un rapporto diretto tra mercato del libro e desiderio di lettura. In Italia, la lettura digitale non è mai decollata veramente. Avete mai fatto un confronto tra prezzo del digitale e del cartaceo? Perché dovrei acquistare un bene virtuale quasi allo stesso prezzo di quello reale? E qui si interpone un altro dato nascosto che gli analisti non sono in grado di rilevare. Se la differenza di prezzo tra un e-book e un libro cartaceo è di soli tre o quattro euro, scelgo il secondo, perché un tomo reale è un oggetto che mi può regalare sensazioni particolari che hanno un valore aggiunto. Negli Stati Uniti sono arrivati al paradosso di alcuni e-book a un prezzo maggiore del cartaceo. Saranno strani gli americani, ma sono lettori quanto noi e di fronte a questo, il comfort e l’agilità del digitale non ha potuto reggere il confronto.
Noi lettori vogliamo leggere. E se il digitale ci permette di farlo maggiormente con costi scontati in modo importante (i lettori forti sanno quanto sia difficile uscire da una libreria senza aver lasciato mezza rata di mutuo alla cassa), siamo disposti a un compromesso. In caso contrario perché rinunciare ad abbracciare, annusare, ammirare e sfogliare i nostri amati libri? Possono analizzare tutte le nostre abitudini fino allo stremo, ma finché non capiranno che i lettori non si possono comprare con pochi euro, i loro studi non serviranno a niente. Se invece incominciassero a leggere un buon romanzo forse capirebbero che…