L’infanzia infelice: le difficoltà a crescere testimoniate dalla letteratura era l’argomento trattato ieri sera. Devo dire che dopo un inizio tentennante, introdotto con un brano tratto da David Copperfield di Charles Dickens, l’argomento ha stimolato un dibattito davvero interessante. Perché due fratelli vicini d’età possono percepire i medesimi eventi dell’infanzia in modo completamente diverso? Quali sono le paure infantili che da adulti ricordiamo ancora con timore? Utilizzando l’incipit del libro di Elias Canneti La lingua salvata ci siamo poi introdotti in un sentimento particolarmente dannoso nell’infanzia: quando la minaccia, creduta, crea un vero e proprio terrore. Attraverso questo brano ci siamo resi consapevoli di due cose: l’amore dei genitori, quello equilibrato e propositivo, non crea danni imperdonabili. Al contrario, l’amore senza regole, quello che lascia che solo il sentimento governi, può dare origine a un modello educativo e affettivo fallimentare. Anche la paura indotta a scopi educativi va evitata. Minacciare pesantemente, seppur per amore, può creare gravi danni. L’assenza di limiti e imposizioni terrorizzanti sono entrambi forme di amore genitoriale non educativo. Insomma, l’amore non basta per giustificare certi errori. E quindi, come recita il titolo un famoso libro, Se mi vuoi bene dimmi di no. Ma con il giusto limite.