Quali sono i profeti nella letteratura? Se quelli della letteratura sacra sono inequivocabili, nella letteratura laica i profeti sono paragonabili ai saggi? Che cosa ci aspettiamo da un testo che parla di profeti e di saggi? A partire da queste domande ieri sera è iniziato il laboratorio di Biblioterapia. Come sempre accade, nel momento in cui abbiamo affrontato argomenti che toccavano la religione, si è rischiato che la discussione si accendesse un po’ troppo. Ma il mio compito non è quello di censurare. Non è semplice cercare di trovare un punto d’incontro e spostare l’attenzione su testi che non tocchino le diverse sensibilità, ma quando il patto tra lettori è quelli del rispetto reciproco, allora lo si può fare.
Abbiamo letto Hermann Hesse nelle parole del suo Siddharta, Paulo Coelho attraverso una parte dell’introduzione all’Alchimista e cercato di capire il messaggio di Anthony de Mello leggendo una parte di Messaggio per un’aquila che si crede un pollo. In questi testi ognuno si è collocato diversamente. E’ risaltato in modo forte le differenze tra i partecipanti e si è potuto notare come lo stesso libro avesse un significato diverso per ognuno. Forse per il contenuto morale e personale che i testi contenevano, sono state toccate corde intime molto delicate. A testimonianza di una certezza: i libri hanno un significato diverso per ognuno di noi. Ma per ognuno di noi rimangono importanti.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede