Questo libro di Sergio Bambarén mi ha lasciato molti spunti e qualche perplessità. L’idea della Lettera a mio figlio sulla felicità è comune a tanti padri e per questo credo che sia un testo adatto a molti. Siamo sempre figli, qualche volta padri e in entrambi i casi abbiamo sempre da imparare e gli insegnamenti che si trovano nel testo sono svariati. Non è semplice che un padre abbia la forza di ammettere i propri errori con un figlio. Ma spesso è proprio questo ciò di cui i figli hanno bisogno. Bambarén non si sottrae alla confessione sincera dei propri peccati originali, ma è capace di indicare la giusta via senza imporla, invitando il figlio a volgere lo sguardo verso quella direzione per poi decidere in autonomia.
Sono rimasto poco attratto dal tipo di scrittura. Non so se sia legato alla narrazione in prima persona, ma leggendo mi è sembrato di essere di fronte alla trascrizione di una chiacchierata non riadattata al testo scritto. Eppure la lettura non è affatto noiosa e si presta ad essere apprezzata da chiunque.
Consigliato a chi ama la lettura emotiva, ai padri che vogliono dire ai figli ciò che con le parole non riescono e ai figli che non hanno un padre che gli sa parlare.