L’idea realizzata da Fabio Bartolomei nel sui We are family è curiosa: un bambino geniale nasce in una modesta famiglia italiana negli anni Settanta convinto di trovarsi nel nucleo familiare più felice e fortunato possibile. Il tempo narrativo copre soprattutto i primi vent’anni del ragazzo, concludendosi con uno scorcio dei quaranta. Splendidi i genitori di questa famiglia, Elvis e Agnese Santamaria, che riescono a far percepire in modo incisivo e inequivocabile ai figli il loro amore e a travestire i problemi con abiti alternativi. Altrettanto interessante notare come l’intelligenza superiore alla norma di Al Santamaria sia più un ostacolo che una risorsa.
Devo dire però che nonostante abbia trovato la scrittura di Bartolomei abbastanza piacevole, non ne sono stato conquistato. Il coinvolgimento emotivo l’ho avuto solo al termine del libro e non ho trovato slanci nella trama.
Per chi ama le storie di famiglie unite.
Gruppo Jane Austen a Bussolengo
L’immortalità di Jane Austen è legata anche ai tanti club a lei dedicati oltre che alla sua incredibile scrittura, in grado di attraversare i secoli.