Può una biblioteca pubblica non essere laica? Temo di sì dal momento che la UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha sentito l’esigenza di fondare una biblioteca a Roma, che contenesse testi laico-razionalisti, di cui qui potete trovare i particolari. D’altro canto sono sempre più numerose le segnalazioni di sindaci che fanno togliere libri dalle biblioteche. Va di moda scagliarsi contro i testi che trattano di famiglie omogenitoriali o di omosessualità spiegata ai più piccoli, ma non dimentichiamo che di tanto in tanto ritornano le critiche ad alcune questioni e ai relativi libri. Darwin e la sua L’evoluzione della specie é un esempio (più negli Stati Uniti che da noi): ricordate il periodo della riforma Moratti in cui si voleva togliere questa teoria dal programma scolastico? Una biblioteca laica credo abbia la principale funzione di far rientrare nel proprio catalogo quei titoli scomodi alla politica (che si serve della religione per raccogliere voti) che trattano temi quali l’esistenza di Dio, l’eutanasia, la libertà di cura e le medicine alternative, le contraddizioni di tutte le religioni. Ma anche testi delle diverse confessioni religiose così come ogni teoria deistica ed evoluzionistica, creando quella libera circolazione della cultura che ogni biblioteca dovrebbe garantire. Credo che una biblioteca laica non dovrebbe esistere. Perché ogni biblioteca pubblica dovrebbe garantire proprio quel tipo di servizio che la biblioteca laica si prefigge di fornire. Ma se queste particolari biblioteche potranno servire a una riflessione sul servizio bibliotecario in Italia e su ciò che potrebbe essere migliorato, siano le benvenute!
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