“Tutta la vita a letto lo chiamate miracolo? Andare a cagare portato sopra una sedia voi lo chiamate miracolo? Prima sì che ero un miracolo, ero uomo come a Soreni ce ne sono forse due, o nemmeno. Adesso sono uno storpiato, uno che non vale l’aria che respira. Cento volte meglio sarebbe stato se fossi morto!”
A quelle parole Bonaria tacque, volgendosi alla finestra da dove la luce del giorno ancora pieno illuminava la stanza di un irreale e caldo rosato. I puttini sul copriletto scintillavano sguaiatamente a quella carezza luminosa, generando tra le pieghe della ciniglia l’illusione ottica di una danza infantile e isterica. Bonaria raccolse lo scialle dalla sedia con un movimento breve, preludendo al congedo. Mentre usciva mormorò:
“E’ questo che pensi veramente, Nicola? Io credo che ti sbagli. Se basta una gamba a fare l’uomo, allora ogni tavolo è più uomo di te.”
Tratto da Accabadora di Michela Murgia