Sarà stato forse il libro Il silenzio delle conchiglie di Helen Keller o non so quale altra suggestione, ma il mio interesse per la lettura dei non vedenti sta aumentando e forse è per questo che anche oggi ne parlo ancora, anche se in modo diverso.
Esistono biblioteche speciali che vanno oltre la consuetudine. Senz’altro la Biblioteca italiana per ciechi “Regina Margherita” – Onlus è tra queste. Sorse a Firenze alla fine del secolo XIX, per iniziativa della regina Margherita di Savoia, ma non riuscì a svilupparsi. Fu l’Unione Italiana dei Ciechi a fondare nel 1928, a Genova, la Biblioteca Nazionale per i Ciechi “Regina Margherita”, che da allora è sempre stata la principale biblioteca al servizio dei ciechi in Italia Qualche anno dopo la Biblioteca fu trasferita a Milano, dove rimase fino al 1943, quando, per sottrarla ai pericoli della guerra, fu portata a Monza, in alcuni locali della Villa Reale, la prestigiosa residenza estiva di Casa Savoia. Doveva rimanervi pochi mesi, ma la sede di
Milano fu distrutta dalle bombe e così la sistemazione provvisoria divenne definitiva. La sede attuale si trova non lontano dal centro di Monza, in un più ampio e moderno edificio. La biblioteca oggi è una vera e propria Onlus che eroga servizi di diverso tipo a favore della cultura dei non vedenti. Il patrimonio librario – che consiste in oltre 50 mila titoli, tra opere in Braille, su audiocassetta, su supporto informatico e opere in caratteri ingranditi – copre i settori disciplinari più diversi e si indirizza a differenti fasce di lettori. La sua produzione è vastissima: opere di letteratura, scientifiche e di carattere informativo, dai periodici alle riviste, fino a spartiti e manuali didattici per la musica. La Biblioteca è inoltre impegnata nella diffusione della cultura tiflologica ovvero quella che studia le problematiche riguardanti la minorazione visiva, del processo di integrazione scolastica dei minorati della vista.
Un’eccellenza italiana che garantisce un diritto fondamentale che diamo per scontato: quello non solo dell’alfabetizzazione, ma anche della cultura e del piacere della lettura.