Non so se Martin Luther King può essere considerato un scrittore, ma per me lo è certamente. Ero giovanissimo quando intravidi nella libreria di una zia un orrenda edizione Fratelli Fabbri Editore, che pubblicava inchieste famose, dal titolo Bersaglio M.L. King. Parlava dell’omicidio del grande guerriero pacifista e a distanza di anni una copia di quello stesso libro è arrivato per vie oscure nella mia libreria. Mi accorgo che la data di stampa è il 1973: era davvero passato poco tempo da quel 4 aprile 1968 che oggi ricordiamo. Oggi capisco quanto allora capire cosa ci fosse dietro a un assassinio simile fosse importante. Ma il libro che per me è stato davvero fondamentale prendeva come titolo l’inizio del suo più conosciuto discorso: Io ho un sogno. Si tratta di un volume che raccoglie scritti e discorsi del reverendo King, discorsi che certamente aveva scritto precedentemente e che sapeva pronunciare alle folle con quell’energia che ha cambiato per sempre il modo di concepire la lotta non violenta. Lo acquistai nei primi anni Novanta: poco più di vent’anni e tanta voglia di cambiare il mondo. Vent’anni dopo indossavo un pigiama per declamare in una sorta di favola quel meraviglioso discorso davanti a una scuola elementare riunita in biblioteca (vedi qui)
Sono passati quarantotto anni da quel terribile omicidio. Penso che oggi più che mai avremmo bisogno di uomini come lui. E in giro non se ne vedono proprio.