La fortuna di non sentirsi parte di un gruppo confessionale (anche se culturalmente sono cresciuto in un ambiente cattolico) mi permette di esplorare ogni diversa idea religiosa con lo spirito di un archeologo alla ricerca di nuovi tesori. Perché non possiamo essere cristiani (e men che mai cattolici) mi ha attirato soprattutto per l’esegesi critica delle sacre scritture e non tanto per l’analisi dei comportamenti discutibili della chiesa cattolica nei secoli. Altri libri che ho letto erano di natura opposta (ad esempio Messaggio per un’aquila che si crede un pollo scritto da un frate cattolico: qui la mia recensione. Oppure Piccolo mondo Vaticano, che narra le vicende storiche e odierne dello stato più piccolo del mondo, recensito qui), ma non nascondo che tutto ciò che sa di critica e di analisi mi attrae. Questo saggio non è tra i più leggeri, ma permette comunque di procedere spediti e di mantenere abbastanza alto l’interesse. Un difetto del libro sta nella vena polemica che continuamente Piergiorgio Odifreddi ha inserito. Leggendo si percepisce un chiaro tono polemico che rischia di inficiare quello che, a mio avviso, è un buon lavoro. Ma Odifreddi non considera mai il fatto che la religione è un fatto personale e che gli effetti che ha sulle persone prescinde dalla verità storica. Penso che le questioni religiose, anche da parte di chi non crede, vadano trattate con rispetto e attenzione (come sapeva fare Margherita Hack, qui la mia recensione del suo libro sulla religione). Nonostante ciò, sono convinto che questo sia un libro che meriti di essere letto.
I diversi livelli per fare biblioterapia
Il termine biblioterapia è un termine “ombrello” sotto cui stanno molte cose. Tuttavia la biblioterapia non è ogni cosa che riguarda i libri e prevede