La giornata di ieri è stata per me particolare. Sono stato invitato in un Istituto Superiore di Istruzione Secondaria a indirizzo socio-sanitario per parlare, a studenti e docenti, della biblioterapia. Sorprendentemente l’istituto, che si trova a Castelfranco Veneto, era intitolato alla fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna: Florence Nightingale. Sapevate che in origine l’assistenza ai malati era fornita da ex-prostitute tanto il compito era considerato ingrato? E che a dirigere l’assistenza erano suore? Florence Nightingale, istruita e di buona famiglia, fu la prima a dare dignità alla professione infermieristica basando, per la prima volta nella storia, l’assistenza di base su conoscenze scientifiche.
In questa scuola ho potuto incontrare ragazzi di quarta e quinta assieme ad alcuni loro docenti. Confesso che qualche preoccupazione per come avrebbero potuto andare le cose ce l’avevo. I giovani adulti che si preparano ad affacciarsi alla vita sono un gruppo che raramente mi capita di incontrare e il timore di non essere capito o di non riuscire a trovare il linguaggio giusto per comunicare la mia passione per i libri era forte. Ma non è stato così. Mi sono trovato di fronte a una platea di persone attente e incuriosite, a tratti disorientate da quello che dicevo, ma subito pronte a cercare di capire. Uno di loro ha confessato candidamente di essere un non lettore. Eppure il suo sguardo e la sua attenzione per le cose che stavo dicendo sulla biblioterapia mi hanno fatto pensare che probabilmente il suo futuro potrebbe essere pieno di libri.
Non so se avrò altre occasioni per ritornare in questa o in altre scuola. Certamente ho capito che anche in ambito scolastico ciò che si potrebbe fare con la biblioterapia è davvero molto.