31 marzo 2011
Ieri ho parlato di un’opera unica qual è la Divina Commedia di Dante. Seppure non di tale grandezza, esistono altre opere così particolari da poter essere considerate uniche e quindi ricche di potenzialità altrettanto singolari. Uno di questi è la meravigliosa Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Pubblicato nella sua edizione definitiva nel 1916, questo libro riporta, sotto forma di poesie, le voci dei defunti abitanti di Spoon River che raccontano se stessi e la vita del paese. Sono davvero speciali questi componimenti, perché hanno un tono prosastico pur mantenendo il fascino della lirica. Parlano di uomini e di donne. Rappresentano l’umanità intera, un libro epico, ma così vicino a noi da sentircene parte. Ogni poesia ha come titolo il nome del personaggio che descrive. Nei gruppi di Biblioterapia si può parlare davvero molto di ognuno di questi perché diversi l’uno dall’altro e perchè così simili a noi. Eccone un esempio:
Rosie Roberts
Ero nauseata, ma anche di più, ero furente
con la disonesta polizia, e il disonesto gioco della vita.
Così ho scritto al capo della polizia di Peoria:
“Sono qui nella mia casa di ragazza a Spoon River,
che deperisco poco a poco.
Ma venite a prendermi. Io ho ucciso il figlio
del principe dei mercanti, nella casa di Madame Lou,
e i giornali che hanno detto che lui si era suicidato
a casa sua mentre stava pulendo un fucile da caccia –
hanno mentito come il diavolo per soffocare lo scandalo,
perché furono corrotti con la pubblicità.
Io l’ho ucciso nella mia stanza, da Madame Lou,
perché mi buttò a terra con un pugno quando dissi
che a dispetto dei suoi soldi quella notte
io avrei visto il mio amante”