Non ho dubbi che leggere sia un’attività che sviluppa la capacità di capire meglio gli altri e se stessi. Una rivista scientifica, la Psychology of Aesthetics, Creativity, and the Arts, ha svolto una ricerca (qui trovate gli estremi) che prova come chi legge romanzi sia più abile nel conoscere e gestire il comportamento delle persone.
Un gruppo di volontari è stato sottoposto a un test che prevedeva la lettura di una lista di 130 nomi, 65 dei quali riconducibili ad autori di vari generi letterari. Il compito dei partecipanti era quello di identificarli. Una volta identificati, gli studiosi hanno cercato di capire a quali generi letterari appartenesse la maggior parte degli scrittori riconosciuti, così da capire quale genere letterario fosse preferito dai volontari. Successivamente, i partecipanti hanno eseguito un test sull’intelligenza emotiva quale abilità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. È emerso che quelli che preferivano la narrativa erano anche quelli che avevano raggiunto un punteggio più alto nei test di intelligenza emotiva.
Tutto questo non stupisce. Mi rende perplesso, invece, quando incontro persone che leggono e nonostante
questo sono fredde e insensibili. E’ certamente vero che anche i benefici della lettura, come tutte le altre cose, non possono coinvolgere il cento per cento dei soggetti. Ma una ricerca per capire il motivo per cui anche tra i lettori ci sono persone insensibili sarebbe interessante svolgerla.