La festa dei nonni è tra le ricorrenze meno sentite, forse per la tradizione ancora breve e un signficato non ancora determinato che si danno ai nonni. Oggi appaiono come il surrogato di un servizio più che un affetto maturo che si pone tra il ruolo educativo del genitore e quello affettivo, cui il tempo tiranno concede loro poche opportunità. Ma le cose cambiano. Essere nonni accade troppo avanti negli anni o lo si diventa quando ancora si è in età lavorativa, quella stessa età in cui un tempo si faceva i nonni. Si potrebbero spendere ancora molte parole, ma, forse, sarebbe inutile, la realtà (mancanza di servizi per chi fa figli, età lavorativa che viene allungata oltre ogni dire…) non cambierebbe. Ciò che, invece, può cambiare, è l’immagine del nonno. Credo che Google abbia saputo centrare la questione con il suo doodle di oggi dedicato ai nonni e che vede ritratti dei gatti, nonni e nipoti, nell’atto di leggere un libro.
Un nonno che legge una favola è qualcosa di magico. In questo atto, tanto grande quanto semplice, è racchiuso il passaggio, tra una generazione all’altra, del saper vivere, dei valori da applicare, dei rischi da evitare e dell’avventura da vivere. Un nonno che legge allontana momentaneamente dai videogiochi e dai cellulari, permette di volare con la fantasia e di emozionarsi in modo vero e condiviso. E anche i nonni che lavorano, con il poco tempo a loro disposizione, attraverso la lettura possono non lasciarsi sfuggire uno dei momenti più magici della vita: veder crescere un bambino che viene da loro con la saggezza della vita vissuta.